Fonte Bonifacio VIII..curarsi in natura !!
La Fonte Bonifacio VIII,
fu costruita all’inizio del secolo in elegante stile liberty: di quelle strutture oggi rimane soltanto il suggestivo portale d’ingresso.
Gli edifici attuali, costruiti negli anni ’60 su progetto dell’architetto Moretti, sono una testimonianza significativa del lavoro
di questo famo
so progettista che ha realizzato, fra l’altro, il noto Palazzo Watergate di Washington.
La Fonte Bonifacio VIII, alterna spazi aperti e chiusi, arditi elementi architettonici e lussureggiante vegetazione. E’ il luogo tradizionalmente dedicato alla cura vera e propria, quella che va effettuata la mattina a digiuno. Alle sue fontanelle, sparse a centinaia nelle ampie aree verdi e negli spazi coperti, possono accedere contemporaneamente fino a 25.000 persone.
All’interno della Fonte Bonifacio VIII si possono effettuare anche visite mediche urologiche specialistiche ed esami ecografici.
La Fonte Bonifacio VIII non è solo un luogo di cura.Accanto alle fontanelle di mescita e agli ambulatori medici, infatti, ci sono strutture pensate per rendere più piacevole il soggiorno degli ospiti. Bar, caffè concerto, sale polifunzionali. Un’attenzione particolare è dedicata ai diversamente abili: le barriere architettoniche sono state abbattute grazie a moderni ascensori e tapis roulant che facilitano gli spostamenti tra la parte bassa e quella alta della Fonte.
La terapia idropinica con Acqua Fiuggi, accreditata presso il Servizio Sanitario Nazionale.
Per richiedere un ciclo di terapia idropinica alle Terme di Fiuggi in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale, è sufficiente richiedere al proprio medico una ricetta rossa specificando una delle cinque indicazioni disponibili:
- Ciclo di cure termali per: calcolosi renale
- Ciclo di cure termali per: calcolosi vescicale
- Ciclo di cure termali per: calcolosi uretrale
- Ciclo di cure termali per: calcolosi delle vie urinarie e recidive
- Ciclo di cure termali per: renella




Ma perché si formano i calcoli renali? Nell’urina ci sono alcune sostanze, dette litogene (calcio, ossalato, acido urico, fosforo e cistina), che sono poco solubili e che, quando la loro concentrazione supera un certo livello, precipitano sotto forma di cristalli.In seguito si aggregano e formano calcoli renali più o meno grandi. Così spiega Loris Borghi, professore ordinario di medicina interna all’Università di Parma. La formazione di questi cristalli è contrastata da altre sostanze, antilitogene, presenti nelle urine (citrato, potassio, magnesio). Il corretto equilibrio tra inibitori e promotori impedisce la formazione dei calcoli renali . Può però capitare, soprattutto in presenza di fattori predisponenti, che si crei uno squilibrio tra queste sostanze con conseguente aumento delle possibilità che si formino calcoli renali . Questi possono avere composizione diversa: i più comuni sono quelli di ossalato di calcio seguiti da quelli di acido urico, fosfato di calcio e poi da quelli di altro tipo».
I calcoli sotto gli 8 mm vengono in genere espulsi da soli. Oppure con l’aiuto di una terapia basata su cortisonici per ridurre l’edema associato al calcolo. In più farmaci che hanno la capacità di dilatare l’ultima parte dell’uretere che si immette nella vescica (alfa-litici e nifedipina). A distanza di una settimana è bene verificare con l’ecografia che il calcolo sia stato espulso. Se l’esito è negativo o se sono presenti calcoli di dimensioni sopra gli 8-10 mm si può prendere in considerazione un approccio “urologico”. Valutando caso per caso la più adatta tra una serie di tecniche. Tra cui la litotrissia extracorporea, l’ureteroscopia e le procedure percutanee».





