CERTOSA DI TRISULTIImmersa nel verde di secolari foreste si adagia questa celebre e maestosa Certosa, fondata nel 1204 per volontà di Papa Innocenzo III e affidata, dal 1208, ai monaci Certosini (da cui il nome “Certosa”). |
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CERTOSA DI TRISULTIImmersa nel verde di secolari foreste si adagia questa celebre e maestosa Certosa, fondata nel 1204 per volontà di Papa Innocenzo III e affidata, dal 1208, ai monaci Certosini (da cui il nome “Certosa”). |
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Città a 424 m sita nella media valle del fiume Sacco, anticamente conosciuta come Anagnia, fu capitale della Confederazione degli Ernici. Caduta nelle mani dei Romani intorno al 306 a. C., divenne prefettura e quindi municipio. Nel 1160 durante le lotte tra Alessandro III e Federico Barbarossa, il papa vi promosse una riunione di cardinali e prelati per scomunicare l’imperatore, l’antipapa Vittore IV e i loro sostenitori. Nel secolo XII Anagni divenne comune e subì l’intolleranza delle opposte fazioni politiche, finché cadde sotto la signoria dei Caetani. Nel 1303 Bonifacio VIII, in lotta con Filippo IV il Bello, poco prima di pronunciare la scomunica contro il re di Francia, fu imprigionato dai Francesi e dai partigiani guidati da Guglielmo di Nogaret e Giacomo Sciarra Colonna, ma fu successivamente liberato dai cittadini insorti. Leggendario lo schiaffo che Giacomo Sciarra Colonna avrebbe dato al papa e da cui prese nome l’episodio “schiaffo d’Anagni”. La cittadina, che fu nel Medioevo residenza del Papa, è ancor oggi ricca di edifici risalenti a quel periodo. Nella parte alta della città domina la cattedrale, risalente al 1074, con l’imponente fiancata e le tre absidi. L’interno, a tre navate, ha un pavimento a mosaico di Maestro Cosma. Il presbiterio conserva opere decorative dei Vassalletto: il ciborio, il cero pasquale in forma di colonna tortile a tarsie marmoree; la cattedra episcopale, con braccioli e schienale a tarsie e protomi leonine. La cripta, a tre navate e tre absidi, ha un pavimento a mosaico di Cosma e dei figli Luca e Jacopo (1231). Gli affreschi delle pareti costituiscono uno dei cicli pittorici più interessanti del Duecento italiano. Al Duecento risalgono il palazzo di Bonifacio Anagni, famosa fino ad oggi soprattutto per il ruolo avuto come sede papale nel Medioevo e legata alle vicende di Bonifacio VIII, ha ultimamente assunto una notevole importanza anche nel campo delle ricerche preistoriche grazie al rinvenimento di manufatti litici di oltre 700.000 anni fà e di resti fossili di Homo erectus datati 458.000 anni, i più antichi d’Italia. [centro storico] [Centro storico] Di estrema importanza anche il rinvenimento di materiale etrusco del VII secolo a.C., a testimonianza della penetrazione di questo popolo nella Valle del Sacco e del Liri, probabile itinerario seguito dagli Etruschi per gli scambi culturali con la Magna Grecia. All’epoca di Tarquinio il Superbo ( inizi V sec. a. C.) il sito di Anagni era abitato da genti erniche, probabilmente di origine marsa o sabina. I rapporti con la nascente potenza romana conobbero alterne vicende: dalle alleanze del V sec. a. C. alle guerre con Roma del 318 a. C. fino allo scioglimento della Confederazione Ernica imposto dai romani nel 306 a. C. (altro…)
La Campata più esterna, vicino all’ingresso, è rettangolare ed è molto più alta di quella interna; le separa un arco, al di sopra del quale sta l’affresco della “Crocifissione”. La prima Campata è tagliata da un arco trasversale, che poggia su mensole decorate con motivi a foglie: da qui partono i costoloni della prima crociera verso l’entrata, che si interrompono dal lato della parete della “Crocifissione”, dopo aver appena accennato alla linea curva di un altra crociera, mai realizzata.
La seconda Campata presenta una crociera molto più bassa, senza costoloni. Alcuni gradini immettono nel Transetto, un tempo separato dalla Chiesa tramite un muro e che, oggi, costituisce una specie di iconostasi. L’abside è scavata nella roccia e di fianco ha un piccolo spazio rettangolare, al quale si accostano le cappelle quadrangolari del braccio destro del Transetto.
Ogni spazio disponibile è affrescato e ciò in parte nasconde le incongruenze presenti. Una anomalia vistosa, ad esempio, è costituita dal pulpito che si trova, per chi entra, sulla parete sinistra della prima Campata, cioè in fondo alla Chiesa, alle spalle dei fedeli. All’esterno, inoltre, sul lato destro, in corrispondenza della prima Campata, ci sono i resti di una facciata; si vedono, infatti, nell’intercapedine tra il fianco della Chiesa e il monastero, una porta murata, con spigoli smussati e una lunetta trilobata, sormontata da un rosone polilobato, al di sopra del quale sta una cornice di archetti intrecciati, in pietra.
È molto probabile che la facciata terminasse a capanna e che la porta stessa avesse una copertura, come dimostrano gli incassi a solco e le mensole. Sopra il rosone, invece del calcare, c’è il tufo e questo fa supporre un innalzamento della struttura. L’ipotesi più accreditata è, quindi, che la Chiesa Superiore fosse costituita inizialmente solo dal vano della prima Campata, con ingresso e pulpito nella parete di fronte: poteva essere uno spazio di stretta clausura, visto che tutti gli altri luoghi erano accessibili ai numerosi pellegrini.
Questo ambiente potrebbe essere stato collegato col monastero che l’abate Bartolomeo II (1318-1343) aveva ingrandito creando il chiostro. Gli ambienti più antichi, un tempo esclusi, potrebbero essere stati inglobati e potrebbe essere stata demolita la parete corrispondente a quella dell’attuale arco con l’affresco della “Crocifissione”. Le volte della prima Campata sarebbero state rialzate e si sarebbe tentato di dividere lo spazio per ottenere tre campate uguali, ma, e non si conosce il perché, i lavori si interruppero e tutto rimase come oggi si vede.
Questo sembra confermato anche dalle decorazioni: nella prima Campata lavorarono i Senesi, chiamati dall’abate Bartolomeo da Siena (1363-1369) e, intorno al 1430, quandosi decise di sospendere i lavori, i maestri umbro-marchigiani ornarono la parete più interna della Chiesa ed il Transetto.